Se solo dieci anni fa il telefono cellulare rappresentava unicamente il modo per mantenere contatti lavorativi o con i familiari, oggi, con l’arrivo degli smartphone, esso è molto più di questo. È il connettore tra noi e una rete di proporzioni mondiali tramite la quale possiamo accedere a conoscenze, svolgere compiti, risolvere problemi, vedere e contattare persone dall’altro capo del mondo, con un semplice tocco di dita.
La versatilità dello smartphone è così totale che non riusciamo più a farne a meno, non solo per quanto riguarda le nostre necessità ma anche nel tempo libero o in qualsiasi altra situazione del nostro quotidiano.
Così trascorriamo davanti allo smartphone diverse ore della nostra giornata, e oggi cercheremo di rispondere ad una domanda che emerge spontanea nel momento in cui ci osserviamo chini davanti a quello schermo: farà davvero bene tutto questo al nostro collo?
Quanto pesa lo smartphone sul nostro collo
Se osserviamo la colonna dal punto di vista anatomico notiamo che essa è composta di tre curve principali: una lordosi lombare (nella parte bassa della schiena), una cifosi dorsale (zona del torace e delle scapole) e
un’altra lordosi cervicale (ovvero la zona del collo.) Proprio quest’ultima è quella che risente maggiormente della posizione viziata al cellulare.
Secondo uno studio condotto dal dottor Dr. Kenneth Hansraj, del New York Spine Surgery & Rehabilitation Medicine, il rachide cervicale (così è definita la parte della colonna vertebrale che chiamiamo comunemente collo) è strutturato per sostenere in posizione eretta il peso della testa, ovvero circa 5 kg.
Il capo chino in avanti produce invece un lavoro sul collo che può arrivare fino a ben 27 kg, come si vede dalla foto qui sotto. È facile comprendere che, se mantenuta a lungo questa posizione, possono instaurarsi dei vizi e delle problematiche.
Gli adolescenti, i soggetti più a rischio
Gli adolescenti sono probabilmente i soggetti più a rischio, in quanto il loro apparato muscolo scheletrico è ancora in fase di accrescimento ed è quindi opportuno che lo sviluppo delle strutture avvenga mantenendo il più possibile la posizione corretta.
Non è ormai più possibile e nemmeno utile negare il cellulare agli adolescenti, ma quello che ogni adulto dovrebbe cercare di fare è incitare i ragazzi al mantenimento di una postura corretta, con le spalle dritte e lo sguardo in avanti. Considerando poi che la forma più efficace di insegnamento è l’esempio, siamo tutti invitati a prestare attenzione a questo importante aspetto del nostro vivere quotidiano.
Le problematiche più frequenti
Tra i problemi che possono insorgere a causa di una postura scorretta del tratto cervicale ci sono quindi dolori al collo e alle spalle, mal di testa, cefalee, possibili compressioni delle strutture nervose con sintomi alle braccia e alle mani, fino alle ernie ai dischi. È vero anche che lo smartphone ha solo 10 anni di età e quindi non è possibile quantificare o studiare il danno a lungo termine. Lo conosceremo soltanto tra una trentina d’anni, quando i primi fruitori precoci raggiungeranno un’età sufficiente per rappresentare un campione di osservazione.
Accanto alle problematiche strettamente fisiche vanno ricordate le conseguenze che una postura chiusa ha sul piano psico-emozionale. La connessione tra postura ed emozioni è nota da tempo: basti pensare, per esempio, che gli attori professionisti per rievocare determinate emozioni utilizzano le posture del corpo.
Una postura chiusa, con il capo rivolto verso il basso, predispone all’introversione e riduce l’ampiezza respiratoria con conseguente diminuzione di ossigenazione e quindi lucidità mentale. Meno presenti e un tantino più suscettibili, insomma.
Limitare i danni si può, bastano piccoli accorgimenti:
Prima di tutto è sufficiente allontanare di circa 20 cm il cellulare dal volto, in modo che già solo con questo piccolo trucco il capo possa raddrizzarsi.
Il cellulare andrebbe poi alzato almeno a livello dello sterno, portando quindi la mano verso il volto, piuttosto che il volto verso la mano.
E infine imparare e ripetere più volte alcuni semplici esercizi da svolgere quotidianamente:
- Mobilizzare il collo nei suoi 3 piani di movimento: avanti-indietro, laterale destro-laterale sinistro (in modo che l’orecchio si avvicini alla spalla) e rotazione destra-rotazione sinistra
- Allungamento del collo: posizionare due dita sul mento e spingere il mento all’indietro provocando un allungamento della parte posteriore del collo
- Raddrizzare schiena e spalle: In posizione eretta abbassare e portare indietro le spalle mentre le scapole si avvicinano tra loro.
- Il miglior consiglio di sempre è quello del buon senso: inserire questi accorgimenti tra le abitudini quotidiane insieme a sport, natura e non esagerare con le posture dannose.
(in collaborazione con Lisa Furini)
salve Lucia…bellissimo articolo.io sono un PT ed ho riscontrato un aumento di problematiche legate sia alla cervicale ma anche alla mobilità degli avambracci.parlo degli ultimi anni.secondo lei,cé un protocollo predittivo da poter seguire in modo che anche le mie giovani leve possano aspirare a fare? grazie