Intelligenza artificiale e scuola: meno della metà dei giovani ritiene adeguata l’educazione digitale ricevuta in classe, mentre l’88% usa internet come fonte principale di informazioni e il 73% considera l’intelligenza artificiale una risorsa didattica.
Questi sono alcuni dei dati emersi dall’indagine condotta dall’Osservatorio Scientifico della no-profit “Movimento Etico Digitale” divulgati in occasione della Giornata della Cittadinanza Digitale 2024.
La ricerca evidenzia l’urgenza di strutturare percorsi di educazione digitale nelle scuole, in risposta al massiccio utilizzo delle tecnologie da parte dei giovani. Social Warning – Movimento Etico Digitale si è fatta promotrice dell’istituzione a livello nazionale di una Giornata della Cittadinanza Digitale, tramite una proposta di legge approvata dall’Aula del Senato l’8 gennaio 2025, con 71 voti favorevoli, nessun contrario e 55 astenuti.
L’obiettivo è promuovere l’alfabetizzazione e l’educazione digitale in tutta Italia, con particolare attenzione agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Nel corso delle attività del Movimento nel 2024 sono stati raggiunti oltre 20.000 ragazzi sul territorio nazionale tra gli 11 e i 18 anni, di cui 1.937, equamente distribuiti in termini geografici e di età, hanno partecipato correttamente alla survey.
Mentre molti insegnanti esprimono preoccupazione per l’uso dell’intelligenza artificiale da parte degli studenti, temendo che possa essere impiegata per “copiare i compiti”, i giovani la stanno già sfruttando come una risorsa educativa, didattica e relazionale. Ciò segnala un cambiamento significativo nel modo in cui le nuove generazioni accedono al sapere e si formano. Questi dati sottolineano la necessità di un potenziamento dei percorsi educativi digitali affinché la scuola possa rispondere alle sfide del futuro.
La cittadinanza digitale – fa sapere Davide Dal Maso, presidente del Movimento Etico Digitale, inserito da Forbes tra i cinque under 30 italiani più influenti nel settore Education e membro della Digital Skills and Job Coalition della Commissione Europea , è un tema cardine del futuro della nostra società che riguarda anche il rapporto tra noi e le tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale. La cittadinanza digitale possiamo definirla come l’unione tra l’educazione civica e l’educazione digitale, quindi da un lato la formazione ai propri diritti e doveri come cittadini e, dall’altro, la consapevolezza che le azioni che si effettuano on-line e off-line hanno un impatto nel presente e nel futuro, per sé stessi e per gli altri”.
“Gli studenti riconoscono il potenziale dell’intelligenza artificiale e, al contempo, la percezione dei rischi che ne possono derivare da un suo utilizzo comincia a diminuire – afferma Davide Dal Maso – Questo è un segnale chiaro per le istituzioni educative e i policy maker: è necessario fornire ai giovani una formazione più approfondita e mirata sulle tecnologie emergenti. La consapevolezza delle potenzialità dell’intelligenza artificiale può infatti aprire nuove opportunità di innovazione e sviluppo, ma solo se accompagnata da una conoscenza critica e responsabile. In un momento in cui il digitale pervade ogni aspetto della nostra vita, investire nella formazione alle competenze digitali e alla cittadinanza digitale non è solo una scelta strategica, ma una necessità imperativa per garantire un futuro prospero e inclusivo. Le scuole italiane hanno il compito e la responsabilità di guidare questa trasformazione, formando cittadini digitali preparati e consapevoli”.
Davide dal Maso con la proposta di legge
L’INDAGINE DELL’OSSERVATORIO SCIENTIFICO DEL MOVIMENTO ETICO DIGITALE
Osserviamo adesso punto per punto i dati più interessanti emersi attraverso i risultati dell’Osservatorio:
1. Uso improprio e privacy: Intelligenza Artificiale nel mirino
I dati mostrano che il 36,9% degli studenti è preoccupato per la sicurezza dei propri dati personali e il 35,8% teme un uso improprio dell’IA. Queste percentuali sono inferiori rispetto ai dati raccolti nell’anno precedente dove, in particolare la preoccupazione di un uso improprio dell’IA, era addirittura del 51,5%! Ciò ci suggerisce che è in atto una diminuzione della percezione del rischio associato all’intelligenza artificiale.
“Questo potrebbe significare che molti giovani vedono il web e le tecnologie emergenti come un luogo sicuro e pieno di opportunità o, semplicemente, che si siano abituati a convivere con questi strumenti senza avvertire forti preoccupazioni. Dall’altro lato, però, questi dati sollevano una questione cruciale: la mancanza di consapevolezza. Il fatto che solo una minoranza degli studenti percepisca rischi legati alla sicurezza dei dati e all’uso improprio dell’IA può indicare che non sono completamente informati sui potenziali pericoli – afferma Gregorio Ceccone, pedagogista del digitale e referente per l’Osservatorio Scientifico del Movimento – “I rilievi emersi suggeriscono, pertanto, l’urgenza di sviluppare politiche e programmi educativi che accrescono la consapevolezza dei rischi associati all’IA e al trattamento dei dati personali, senza però demonizzare la tecnologia, ma piuttosto insegnando un uso critico e responsabile. Un approccio educativo bilanciato permetterà di garantire che i giovani siano non solo utenti consapevoli, ma anche cittadini digitali critici e preparati ad affrontare le sfide future in modo informato. Solo l’integrazione dell’etica dell’IA e della sicurezza dei dati nei curriculum scolastici e la formulazione di politiche pubbliche informate sono passi essenziali per garantire che l’evoluzione dell’IA sia gestita in modo responsabile e vantaggioso per tutti, specialmente per la generazione futura che ne sarà la più influenzata”.
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L’Intelligenza Artificiale e Scuola
Il 73% degli studenti delle scuole superiori ritiene che l’IA possa migliorare l’istruzione, mentre il 27% non condivide questa opinione.
Questo dato evidenzia una notevole apertura dei giovani verso l’integrazione dell’IA nel contesto educativo, con la maggioranza degli studenti intervistati che ne riconosce i potenziali vantaggi per migliorare l’apprendimento e arricchire l’esperienza didattica. I dati raccolti suggeriscono che c’è un terreno fertile per promuovere l’uso dell’intelligenza artificiale nell’istruzione, con una base di studenti pronti ad abbracciare l’innovazione tecnologica come mezzo per migliorare il loro percorso di apprendimento.
“Tale fiducia può rappresentare un’opportunità significativa per le scuole italiane di innovare i metodi di insegnamento e migliorare la qualità dell’istruzione” – dichiara Gregorio Ceccone– “L’adozione dell’IA in ambito educativo può infatti offrire strumenti avanzati per la personalizzazione dell’apprendimento, facilitare l’accesso a risorse educative di alta qualità e supportare gli insegnanti nel monitoraggio e nella valutazione del progresso degli studenti. Investire nella formazione sulle competenze digitali e nell’implementazione di tecnologie IA nelle scuole non è solo una scelta strategica, ma una necessità per preparare i giovani alle sfide future”.
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ChatGPT è la nuova fonte di informazione degli studenti?
Il dato mostra che l’88,5% degli studenti si affida a Internet per ottenere risposte alle loro domande, il 65,3% si rivolge ai genitori, mentre il 47,1% agli amici e il 35,7% all’intelligenza artificiale. Le fonti reperite dai libri e dagli educatori stanno assumendo un ruolo molto più marginale, rispettivamente lo 0,4% e il 6,2%.
L’enorme prevalenza di Internet come principale strumento di ricerca e fonte di informazione sottolinea l’importanza di una formazione digitale critica e consapevole sull’uso delle risorse on-line. In un’era in cui la maggior parte delle informazioni proviene dalla rete, è essenziale investire nella formazione delle competenze digitali per aiutare gli studenti a navigare in modo efficace e sicuro tra le enormi quantità di dati disponibili.
La crescente tendenza a utilizzare l’intelligenza artificiale come fonte di risposte, con il 35,7% degli studenti che si affida a strumenti come ChatGPT, Gemini, Claude, dimostra l’influenza sempre maggiore di queste tecnologie avanzate. Tuttavia, questo uso porta con sé alcuni rischi, come la possibilità di imbattersi in informazioni errate o inventate date dalle varie “intelligenze artificiali”. Queste “allucinazioni” possono far sembrare corrette risposte che in realtà non lo sono. Per garantire che gli studenti utilizzino queste tecnologie in modo sicuro e produttivo, è fondamentale che nelle scuole si insegni a valutare criticamente le informazioni e a verificare sempre la loro attendibilità.
“In particolare, è cruciale che gli studenti imparino a riconoscere e verificare le fonti delle informazioni che trovano online. La consapevolezza delle fake news e dei deepfake, che possono distorcere la realtà e diffondere disinformazione, è essenziale per garantire che le informazioni utilizzate siano accurate e affidabili. Gli educatori devono insegnare agli studenti come cercare informazioni, valutare la credibilità delle fonti e verificare i fatti attraverso più canali” -afferma Gregorio Ceccone– “il sistema educativo italiano deve adattarsi a queste nuove dinamiche, puntando su una formazione che non solo introduca gli studenti alle tecnologie emergenti, ma che li prepari anche a utilizzarle in modo consapevole e informato. La capacità di cercare, valutare e verificare le informazioni è una competenza fondamentale nell’era digitale, necessaria per contrastare la disinformazione e promuovere un utilizzo sicuro e critico delle risorse online”.
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Valutazione dell’educazione digitale a scuola
Solo il 3% degli studenti ritiene “molto buona” l’educazione ricevuta dalla propria scuola sulle competenze digitali, il 12% la giudica “buona”, il 30% la valuta “sufficiente”, mentre il 32% la considera “insufficiente” e il 23% “molto insufficiente”.
Questi dati mettono in luce una significativa insoddisfazione tra gli studenti rispetto alla preparazione digitale offerta nelle scuole. Mentre il mondo continua a digitalizzarsi rapidamente, le scuole sembrano non riuscire a tenere il passo nel fornire una formazione adeguata e moderna in questo ambito cruciale. Questo è particolarmente allarmante se consideriamo che le competenze digitali non sono solo fondamentali per il futuro lavorativo degli studenti, ma anche per la loro capacità di navigare in modo sicuro e consapevole nel mondo digitale, riconoscendo e affrontando rischi come le fake news, i deepfake e l’uso improprio dell’intelligenza artificiale.
La valutazione negativa di una parte consistente degli studenti evidenzia la necessità urgente di riformare e potenziare i programmi educativi digitali nelle scuole italiane. “È fondamentale che le istituzioni scolastiche assieme ai decisori politici prendano atto di queste lacune e intervengano prontamente per migliorare la qualità dell’istruzione digitale, affinché tutti gli studenti possano acquisire le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro” – spiega Dal Maso – “Oltre agli studenti, il tema della mancanza di skills e di consapevolezza sul digitale spesso coinvolge anche gli insegnanti stessi, che vanno educati e dotati di strumenti necessari a colmare il divario esistente”.
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I giovani tra social e incontri faccia a faccia: un’istantanea della comunicazione nell’era digitale
I dati raccolti rispetto a questo input aprono una finestra sul cuore pulsante della comunicazione giovanile: circa metà del campione (49,3%) preferisce interagire faccia a faccia, trovando valore nell’immediatezza e nella connessione personale, un’altra porzione significativa (45%) opta per i social media, apprezzando la facilità e l’ampio raggio di connessioni che la tecnologia offre. Questo mostra come la vita digitale e quella reale siano entrambe centrali nelle interazioni quotidiane dei ragazzi.
Interessante è anche osservare le minoranze: il 3% dei giovani che non mostra interesse nella comunicazione con gli altri potrebbe riflettere una varietà di motivazioni, da una possibile sensazione di sovraccarico informativo a un bisogno di privacy o di introspezione. Il 2,7% che comunica sia attraverso i social media che di persona evidenzia un ulteriore aspetto della nostra era digitale, dove alcune persone possono sentirsi a loro agio in entrambi i contesti.
Questi dati aprono uno spaccato sulle complesse dinamiche sociali dei giovani oggi, dove le scelte comunicative possono essere influenzate da una gamma di fattori, dall’accessibilità tecnologica alle preferenze personali, evidenziando la ricchezza e la diversità di approcci all’interazione umana nell’era digitale. “Questo suggerisce che, nonostante la vita digitale, le relazioni interpersonali rimangono fondamentali. Educatori, docenti e genitori dovrebbero incoraggiare un sano equilibrio tra interazioni online e offline, garantendo che la dimensione umana non venga trascurata nell’era digitale” – spiega il pedagogista Gregorio Ceccone.
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…e se istituissimo la Giornata Europea della Cittadinanza Digitale?
Il 79,3% degli studenti vorrebbe una Giornata Europea per discutere con i coetanei di tutta Europa delle sfide e delle opportunità del mondo digitale, mentre il 20,7% non è interessato.
Questo forte sostegno per una Giornata Europea della Cittadinanza Digitale dimostra che i giovani desiderano un confronto aperto e internazionale su tematiche digitali. La proposta di una Giornata Europea dedicata al dialogo digitale tra giovani evidenzia l’importanza di creare spazi di discussione transnazionale che permettano di esplorare e condividere esperienze diverse, ampliando la comprensione delle diverse realtà digitali e delle sfide comuni.
Un evento di questo tipo non solo rafforzerebbe la consapevolezza dei giovani sulle potenzialità e i rischi del mondo digitale, ma favorirebbe anche lo sviluppo di una cittadinanza digitale più matura e informata, oltre a stimolare collaborazioni e progetti comuni tra giovani di differenti paesi europei.
In conclusione, “l’ampio sostegno per una Giornata Europea dedicata al mondo digitale suggerisce una significativa opportunità per le istituzioni educative e per i decisori politici di promuovere iniziative che valorizzino il dialogo e l’apprendimento collaborativo tra i giovani europei, enfatizzando l’importanza di una formazione digitale inclusiva e accessibile” – spiega Davide Dal Maso
7. Identità digitale e lavoro: Il 67,4% degli studenti ha considerato che le informazioni che postano online potrebbero essere consultate da un futuro datore di lavoro.
L’incremento della percentuale di studenti che riflette su queste implicazioni dimostra un crescente riconoscimento dell’importanza della propria identità digitale e delle sue potenziali conseguenze nel mondo professionale.
Questa maggiore consapevolezza è un passo fondamentale verso la preparazione dei giovani per il mercato del lavoro moderno, dove la reputazione online può influenzare significativamente le opportunità di carriera. Tuttavia, il fatto che ancora un terzo degli studenti non abbia riflettuto su questo aspetto indica che c’è ancora spazio per migliorare.
“È essenziale continuare a rafforzare l’educazione digitale nelle scuole, assicurando che tutti gli studenti siano ben equipaggiati per gestire in modo responsabile e strategico la propria identità online – afferma Ceccone– il graduale aumento della consapevolezza tra gli studenti è un segnale positivo, ma sottolinea anche la necessità di proseguire su questa strada, integrando sempre di più l’educazione alla cittadinanza digitale nei programmi scolastici. Questo permetterà ai giovani di affrontare il futuro con una maggiore sicurezza e preparazione, sia online che offline”
Logo del Movimento Etico digitale
Come approcciarci al mondo digitale in futuro?
I dati raccolti ci raccontano di una crescente apertura verso l’uso dell’intelligenza artificiale nell’istruzione, insieme a un forte desiderio di imparare di più sulle competenze digitali e sulla cittadinanza digitale. Questo è il momento giusto per cogliere questa opportunità e trasformare il nostro modo di educare! Sì, ci sono preoccupazioni legittime: la sicurezza dei dati, l’uso improprio dell’IA, e una percezione insoddisfacente dell’educazione digitale attuale. Ma è proprio di fronte a queste sfide che dobbiamo reagire con coraggio e visione. Investire in programmi educativi mirati non è solo importante, è essenziale. Solo così possiamo preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro, dando loro gli strumenti per diventare i protagonisti del cambiamento.
Riccardo Piazza, il Ministro Valditara e Gregorio Ceccone