Skip to main content

La quinta intervista è a Giulia Bezzi: CEO di SeoSpirito, SEO specialist, speaker, event coordinator e founder di LeROSA.

Giulia Bezzi

Giulia, come descrivi la tua storia professionale?

Una storia dove, per fortuna, non mancano i cambiamenti. Dopo la laurea in Scienze ambientali, ero convinta che avrei fatto la responsabile ambientale per tutta la vita. E per quasi 15 anni, in effetti l’ho fatto. Poi però, ho preso altre strade.

Nel mio percorso ci sono due persone che hanno avuto un’importanza cruciale: mio fratello e il mio attuale socio, Salvatore Russo. Il primo mi ha incentivato a sviluppare le mie capacità personali, il secondo mi ha ‘semplicemente’ offerto una grande opportunità.  

Come sei diventata una SEO specialist?

Ho sempre amato scrivere. Quello che però mio fratello mi ha aiutato a ‘vedere’ è stato come imparare a scrivere testi per i siti. Essendo lui un software architect, mi ha insegnato i codici HTML, Java e mi ha dato in mano innumerevoli manuali di web design. Ho deciso di intraprendere questa strada mentre facevo ancora la responsabile ambientale (era in sostanza un lavoro che svolgevo la sera). Poi, dal copywriting mi sono focalizzata sulla SEO, l’acronimo di Search Engine Optimization. 

Quali sono stati i passi successivi?

Ho lavorato in un’agenzia di comunicazione a Milano, diventandone in seguito la responsabile e imparando moltissimo sia dai successi sia dagli errori.

Nel 2014 ho scelto di diventare una freelancer, lasciando l’azienda in cui lavoravo. E nel 2015 ho creato la società SeoSpirito srl, nella quale mi occupo della parte strutturale dei siti, organizzando i contenuti e dando direttive ai miei collaboratori che sviluppano il design, che ovviamente monitoro. 

La parte di organizzazione di eventi, invece, quando è arrivata?

Grazie all’incontro con Salvatore Russo. Ci siamo conosciuti a un evento e, nel giro di poche settimane, abbiamo iniziato a collaborare. Dal dicembre 2018 SeoSpirito è entrata in partnership con &Love, avviando i vari eventi: il Beach&Love, il Food&Love e ovviamente il SEO&Love.

Chi partecipa agli eventi di solito si aspetta di portarsi a casa qualcosa che prima non ha. Spesso questo significa imparare nella pratica e interagire con gli altri partecipanti. I vostri eventi sono strutturati affinché questo succeda?

Sì, questo avviene principalmente nei nostri corsi, in un’ottica di learning by doing. Il pubblico che partecipa non riceve una formazione passiva, che poi deve applicare in solitaria (principalmente perché non funziona). Nei nostri corsi affianchiamo le persone ‘attivamente’ e quindi la formazione, giocoforza, non può essere aperta a un numero troppo ampio di partecipanti.

E il coinvolgimento durante gli eventi?

Durante gli eventi il coinvolgimento tra i partecipanti è più impegnativo. Di sicuro lo è all’interno di SEO&Love, che registra numeri sempre molto rilevanti. Qui diventa difficoltoso trasmettere informazioni, dati e contenuti e, al tempo stesso, far sì che le persone siano realmente attive tra loro. 

Il Beach&Love invece (che teniamo in estate a Milano Marittima) è una via di mezzo. Si tratta di un evento formativo “con le infradito”, costruito per permettere alle persone di imparare e interagire tra loro agevolmente. 

Rientriamo nella sfera d’azione del Movimento Etico Digitale. Da professionista e soprattutto da persona, come vivi il mondo digitale? Cosa ti sorprende ancora oggi?

Il mondo digitale esiste perché esistono realtà da vivere. Dobbiamo però ricordarci che la vita vera non è il mondo digitale, che rimane un meraviglioso strumento per connettere e raccontare.

Ho la sensazione che viviamo la dimensione dell’online come qualcosa di disconnesso dalla realtà. Una dimensione dove, per uno strano motivo, talvolta non ci sentiamo perseguibili né civilmente né penalmente. Che follia! 

Io personalmente mi sono trovata coinvolta in casi spiacevoli, dove ho dovuto fare diffide per comportamenti illeciti, che altrimenti sarebbero rimasti senza conseguenze.

In sostanza, continuo a pensare che non siamo né profili né avatar. Siamo persone, che hanno la grande opportunità di velocizzare connessioni, rafforzare collaborazioni, attuare progetti. 

Tendiamo a connetterci con le persone con cui ‘risuoniamo’ e con le quali abbiamo valori in comune e metodi di lavoro complementari. Ma oltre a questo, come si fa a svolgere il proprio lavoro in modo etico?

Penso da tempo che noi possiamo davvero arricchire la vita delle persone. Il lavoro deve avere un ruolo sociale, svolto con etica autentica e volontà di offrire un servizio reale, tangibile, utile. Dobbiamo impegnarci ogni giorno per essere preparati e anche credibili, in tutto quello che offriamo nel mercato del lavoro.

Lo dico perché, nel mio ruolo di imprenditrice e formatrice, ho la costante paura di rimanere indietro. Ti faccio un esempio banale: se vuoi fare il copywriter devi prima di tutto studiare la grammatica, cioè la grammatica della lingua in cui scrivi. Non ‘i magici segreti per vendere’…

Questo vale anche per chi fa formazione nel mondo digitale?

Ovviamente. Chiunque oggi può prepararsi per poter offrire servizi di formazione nel mondo digitale. Ma sono convinta che non lo possiamo fare in modo davvero professionale, se prima di tutto non ci diamo il tempo di imparare ciò che vogliamo poi insegnare. 

Penso che questa responsabilità sia in capo anche ai formatori, che nei loro corsi devono far capire una cosa essenziale: ciò che viene appreso la mattina, non può essere insegnato la sera.

Immagino che parli soprattutto sulla base di esperienze personali. Cioè anche tu hai fatto la famosa gavetta?

Assolutamente sì. Anni e anni di gavetta, che sono stati essenziali per apprendere sotto tanti punti di vista. Ancora oggi, ogni settimana, leggo e studio manuali per continuare a formarmi nel mio settore. Non lo faccio ‘perché sono brava’, ma perché è una questione di autentica necessità.

Enrico Chiari

Author Enrico Chiari

Storymaker | Formatore informale | Facilitatore. Finora solo due vite: nella prima, un percorso lineare. Nella seconda, la MIA strada. Sono un creatore di contenuti digitali, faccio formazione (informale e dinamica) in radici di personal branding, storytelling emozionale, armonia comunicativa online-offline. E facilito la comunicazione empatica nei gruppi.

More posts by Enrico Chiari

Leave a Reply