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In un recente esperimento, un team internazionale di scienziati ha analizzato la capacità di un essere umano di “fare del male” ad un personaggio virtuale. I risultati sono stati particolarmente interessanti e per certi versi inaspettati.

La struttura dell’esperimento era molto semplice: i partecipanti venivano messi di fronte ad un avatar virtuale a cui dovevano porre delle domande. In caso di risposta errata, i partecipanti dovevano infliggere “shock elettrici” di intensità crescente all’avatar, il quale reagiva con smorfie di dolore, urla e convulsioni proprio come un essere umano.

Una scena dell’esperimento.

L’esperimento originale di Stanley Milgram

Se avete studiato un po’ di sociologia o psicologia, è probabile che questo tipo di setting sperimentale vi ricordi qualcosa. Si tratta infatti della riedizione di un famoso esperimento condotto da Stanley Milgram negli anni ‘60 (e da allora ripetuto più volte). Lo studio originario prevedeva un’ambientazione molto simile a quella dell’esperimento odierno. I partecipanti avrebbero dovuto porre alcune domande ad un uomo seduto in un’altra stanza e infliggergli shock elettrici sempre più forti ad ogni risposta errata. L’uomo era in realtà un attore, gli shock erano finti e le sue urla solo simulate; ma questo i partecipanti non lo sapevano. E parecchi di loro sono arrivati a dare scosse potenzialmente mortali, dal momento che lo scienziato accanto a loro li intimava di continuare l’esperimento e di non fermarsi per nessun motivo.

Gli studi di Milgram ebbero grande influenza nel nostro modo di intendere il rapporto dell’individuo con l’autorità e con il prossimo. Se posti di fronte ad un ordine proveniente da un’autorità che riteniamo legittima, siamo in grado di contraddire i nostri stessi principi morali pur di obbedire. Ciò non è privo di conseguenze: molti dei partecipanti all’esperimento mostrarono segni di stress acuto, sudore, tremori, fino a vere e proprie crisi di convulsioni, e alcuni riportarono traumi psicologici a lungo termine.

Virtuale o reale?

La recente ripetizione dell’esperimento con un avatar al posto di una persona vera ha permesso, in primo luogo, di liberarsi dai dilemmi etici connessi ad esso (i partecipanti sapevano di non infliggere dolore vero). In secondo luogo, ha fornito informazioni sul nostro modo di rapportarci alle figure virtuali.

Oltre l’85% del campione esaminato ha completato l’esperimento arrivando a infliggere scosse oltre i 450v – potenzialmente letali. Tuttavia è interessante notare che, pur sapendo che l’avatar non poteva provare dolore vero, i partecipanti hanno mostrato un forte stress. Esso cresceva di pari passo con l’intensità delle punizioni da infliggere. In diversi sono stati beccati a “barare” leggendo la risposta corretta con un tono di voce più alto rispetto a quelle sbagliate, nel tentativo di suggerirla alla loro controparte virtuale.

Per approfondire e consultare i risultati completi dell’esperimento:
https://blogs.scientificamerican.com/observations/would-you-give-a-virtual-electric-shock-to-an-avatar/
https://journals.plos.org/plosone/article/authors?id=10.1371/journal.pone.0209704

Fabio Croci

Author Fabio Croci

27 anni, laureato in Comunicazione, ICT e Media, digital marketer e formatore. Nel tempo libero cerco di aiutarvi a difendervi dai pericoli del web e a sfruttarne le potenzialità. Amo la mente umana e le sue profondità più nascoste.

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